La festa più sentita dai veneziani è, tuttavia, quella del Redentore.
Nel 1575 l'Italia fu investita da una tremenda epidemia di peste che dilagò per la città di Venezia per quasi due anni, mietendo quasi cinquantamila vittime. A seguito di altre epidemie analoghe scoppiate in epoche precedenti il Governo Veneziano , attraverso i Provveditori alla Sanità , aveva già fatto costruire due Lazzaretti ( Lazzaretto Nuovo e Lazzaretto Vecchio ) in un´isola della Laguna, nel 1423 e nel 1468 ma durante l'epidemia del 1575 i due ricoveri erano talmente sovraccarichi che il Senato decretò che potessero sostare vicino all'isola delle grandi barche contenenti gli ammalati non ricoverabili nei lazzaretti.
Nel frattempo tutti i mendicanti della città venivano arrestati perchè erano gli individui più soggetti a contrarre il morbo a causa delle lor precarie condizioni igieniche. Anche loro vennero caricati su quasi duemila barche ancorate vicino ai Lazzaretti.
Un altro ricovero utilizzato fu la Chiesa della Madonna dell´Orto .
In città si inceneriva ogni cosa potesse avere avuto contatto con i malati, si purificava l´aria bruciando del ginepro che arrivava apposta dall´Istria e dalla Dalmazia, si obbligavano gli abitanti a restare chiusi in casa per otto giorni chiudendo i sestieri. Ma tutto fu inutile. Non sapendo più cosa fare il doge esortò il popolo a pregare e deliberò la costruzione di un tempio votivo dedicato al Redentore non appena la pestilenza fosse terminata.
Il Governo affidò l'incarico ad Andrea Palladio. La sede scelta fu l'isola della Giudecca e la prima pietra fu posta il 3 maggio del 1577.
La fine del morbo fu annunziata nel luglio dello stessa anno nella Basilica di San Marco e si decretò che la terza domenica di luglio fosse per sempre dedicata alla visita del tempio del Redentore. Si costruì allora un ponte di barche da Piazza San Marco alla Giudecca per far passare la processione e il popolo al seguito e così per ogni anno a venire.
La festa si svolge tuttora. Un tempo era preceduta da numerosi preparativi e a poco a poco si cominciò a festeggiarla sin dalla vigilia perchè molta gente per paura di non trovare posto per le cerimonie prese l'abitudine di recarsi alla Giudecca sin dalla sera prima trascorrendovi la notte. Così sorsero delle cucine ambulanti per chi, sulla riva, nelle calli e nei giardini o nella barche passava la sera e la notte in attesa delle cerimonie.
Diventò così la Sagra del Redentore o il Redentor, dove famiglie intere del popolo o della nobiltà e gruppi di amici restavano alla Giudecca a mangiare, bere e fare festa, tutti assieme e per tutta la notte.
Alle 23.30 inizia il gioco pirotecnico .
Il ponte di barche viene costruito ancora oggi, inizia dalle Zattere e, attraversando il canale della Giudecca, arriva proprio davanti al Tempio del Redentore .